Le donne e l’impegno politico

Venerdì 17 marzo, alla libreria Einaudi di Via Vittorio Veneto, abbiamo avuto il piacere di approfondire i temi del libro "Il governo delle donne”, con l’autrice Fabiana Martini. Fabiana è stata la vicesindaca di Trieste dal 2011 al 2016. Fabiana sa bene quali sono le difficoltà per le donne che scelgono la carriera politica, le ha vissute sulla propria pelle: turni lunghi, anche nei giorni festivi e di sera, mille responsabilità da gestire tra casa, lavoro e politica, stereotipi di genere, e molte altre ancora. Ed è così che è iniziato il suo lungo viaggio, che l’ha portata in tutte le regioni d’Italia ad intervistare le amministratrici e osservare da vicino le loro esperienze, le loro forze e gli ostacoli che devono superare. Insieme, queste interviste ci restituiscono un quadro di donne che abbracciano le complessità, i pregiudizi, le aspettative, per servire i propri territori e contribuire al progresso dell’Italia. 


In un contesto culturale come quello italiano per molti il lavoro femminile appare ancora non previsto tra le mansioni naturali di una donna. Il tasso di occupazione delle donne in Italia è meno del 50%, e l’Italia è in penultima posizione in Europa considerando l’occupazione femminile. Questi dati sono ancora più preoccupanti se si accostano al numero di donne a guida delle amministrazioni locali: solo il 15% dei comuni Italiani è guidato dalle donne, nessuna città con più di 200.000 abitanti. Da dove arrivano questi dati? Perché così poca presenza femminile? 


La politica per millenni è stata amministrata soltanto dagli uomini, e la comparsa delle donne è assai recente. Soprattutto, le modalità e i tempi della politica rispondono alle esigenze di chi li ha stabiliti, gli uomini, che potevano contare sul fatto che le loro madri, nonne, e mogli rimanessero a casa a curare i figli e svolgere le faccende domestiche. È noto come -ancora nel 2023-  le responsabilità domestiche e la cura della casa e dei figli non siano distribuiti in maniera equa tra uomini e donne. Lavorare in politica appare quindi come un progetto decisamente difficile da sviluppare. E’ opinione delle amministratrici che per migliorare le condizioni delle donne che decidono di entrare in politica occorre un approccio olistico: supporto offerto da servizi e welfare (es. punti allattamento, asili nido…), una diversa organizzazione del lavoro dal punto di vista degli orari (le riunioni non possono cominciare a metà pomeriggio!) e una responsabilizzazione degli uomini al lavoro domestico. Tutto ciò deve essere accompagnato da un cambiamento culturale contro gli stereotipi che affliggono le donne, soprattutto attraverso l’educazione delle nuove generazioni.


Nonostante non tutte le amministratrici intervistate siano d’accordo, l’autrice sostiene a gran voce il bisogno di implementare le quote di genere e l’utilizzo del sostantivo femminile per indicare la carica politica. Secondo lei, questi sono meccanismi essenziali per introdurre più donne nella politica, per riprenderci uno spazio dal quale siamo state escluse a lungo. Ed è fondamentale che le donne in politica siano strette in un rapporto di sorellanza e solidarietà reciproca, a prescindere dalle posizioni politiche che si possono avere. 


La cosa che unisce le interviste di questo volume è la passione che tutte le amministratrici hanno investito nella cura dei propri territori. Il concetto di cura rappresenta l’attenzione e la premura verso i bisogni di tutti, e nelle voci di queste donne la cura si colloca in uno spazio geografico che non è solo la cura della propria famiglia e della propria casa ma è soprattutto al suo esterno, dentro ai palazzi governativi, nelle piazze e nei parchi delle nostre città, per valorizzare i territori e le tradizioni, per risolvere i problemi dei propri cittadini, per migliorare le proprie comunità.  Il senso di responsabilità che emerge dai racconti delle donne è fortissimo e travolgente, a dimostrazione di quanto sia limitante non avere più donne in politica.

Autore: Silvia Tami

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