Essere anziano in una città
I quartieri vanno coinvolti in progetti di valorizzazione delle associazioni di volontariato e/o sportive presenti sul territorio e vanno messi nelle condizioni di attivare iniziative che permettano alle persone di invecchiare in salute. Vorrei diventare vecchia nella mia città e vorrei per allora (ma anche ora a quasi 50 anni) essere invitata a pranzi di comunità, a sedute di ginnastica dolce e ginnastica mentale, a laboratori in cui vengono fornite informazioni mediche e sanitarie (ad esempio sull’utilizzo dei farmaci), oppure ancora ad attività di volontariato che possano attivare risorse ancora presenti in tante persone anziane della nostra città.
L’obiettivo principale diventerebbe quindi promuovere l’invecchiamento attivo dell’anziano presso il proprio domicilio, attraverso la nascita di nuovi spazi tra le abitazioni nei condomini, l’interazione sociale tra gli anziani nel contesto in cui abitano, l’allenamento del corpo e della mente e il sistema di relazioni sociali che deve rimanere attivo durante tutto il processo di invecchiamento. Chiaramente parlo degli anziani più in salute, perché quelli che hanno bisogno di assistenza domiciliare o terapeutica dovranno trovare dei Servizi Sociali e dei servizi della sanità territoriale efficienti e pronti ad intervenire.
Su questo aspetto, affermo la necessità di ridare protagonismo al Comune di Udine nella programmazione dell’integrazione socio-sanitaria territoriale e sostengo la necessità per il Comune di sedere alla Conferenza e all’Assemblea dei Sindaci, organi di rappresentanza del Distretto e dei Servizi Sociali di Ambito. Senza integrazione socio-sanitaria non andremo da nessuna parte.